1.5 Il processo di applicazione del SCM

Le tappe per applicare i principi del supply chain management in una catena di produzione secondo il modello SCOR sono quattro e corrispondono a quattro diversi livelli di integrazione della catena produttiva dei quali solo l'ultimo, il livello 4, corrisponde all'applicazione integrale dei principi del SCM:

  1. SCOR livello 1: in questa prima tappa del processo di applicazione del SCM, si analizza la base competitiva delle singole imprese interessate, in modo da determinare, per ognuna di esse, le caratteristiche (pregi e difetti) delle strategie operative con un metro di valutazione omogeneo; in questa fase si viene a creare un primo flusso di informazioni proveniente da ogni anello della catena produttiva analizzata;
  2. SCOR livello 2: si tratta di ri-configurare le strutture operative (plan, source, make e deliver) e strategiche (plan) della filiera produttiva, in base alle caratteristiche rilevate nel livello precedente, sia all'interno delle singole imprese (intra-company), sia nella struttura che regola i loro rapporti (inter-company);
  3. SCOR livello 3: in questa fase, una volta ri-configurate le procedure e le strategie, si procede mirando ad allineare i livelli di performance tra le imprese agendo sugli elementi che compongono i diversi processi interaziendali ed intraziendali, ed iniziando a gestire le decisioni tattiche dell'intera supply chain.
  4. SCOR livello 4: è solo a questo punto che si arriva ad implementare il SCM in maniera completa, sia come processi interni ed esterni, che come sistemi, ottenendo miglioramenti sia nella singola impresa che nell'intera filiera produtiva; a questo livello, vengono studiate, valutate ed adottate le strategie a lungo termine.

E' per lo meno curioso notare due particolarità segnalate dalle statistiche in possesso del Supply Chain Council: la prima è che molte imprese adottano una metodologia di implementazione della SCM di tipo "top-down", ovvero cercando di definire prima le strategie a lungo termine, e poi le tattiche al fine di raggiungere gli obiettivi a lungo termine preposti: le conseguenze ricadono sulla pianificazione e sugli assestamenti delle strutture che sono anch'esse del tipo "top-down" (in sostanza le imprese procedono prima fissando le strategie a lungo termine, poi le tattiche a medio-breve termine, e quindi procedono, in funzione degli obiettivi, a ri-configurare le strutture operative). Le imprese così integrate, però, mostrano di mirare ai risultati più nel lungo che nel breve periodo. La seconda particolarità segnalata, è che molte imprese iniziano il processo SCOR dal secondo livello, senza cioè svolgere un'analisi preventiva della base competitiva.

Naturalmente, è doveroso sottolineare come lo SCOR sia un modello di riferimento, e come tale non può certo essere considerato l'unico modo di "essere" di un SCM. Le varianti intermedie sono praticamente infinite, legate alle innumerevoli caratteristiche che ogni situazione pratica impone. Attraverso lo SCOR è però possibile evidenziare le caratteristiche di base del SCM, che, come tali, restano invariate da caso a caso.

1.6 I sistemi ERP e SCMS

Quali sono gli strumenti con i quali è possibile gestire l'enorme flusso di informazioni che deriva dall'integrazione delle forniture in modo esteso?

Con il termine "Enterprise Resource Planning" o, più sinteticamente ERP, si indicano i sistemi software integrati di gestione, pianificazione e controllo di tutte le risorse di un impresa; si tratta di sistemi di tipo transazionale, i quali rilevano e registrano le informazioni da ogni processo aziendale e le gestiscono al fine di poter raggiungere gli obiettivi che essa si pone.

In sostanza, quindi, la singola impresa, adotta questo strumento per cercare di ritagliare maggiore efficienza dai suoi processi interni. Si tratta di un'evoluzione dei sistemi MRP (Materials Requirement Planning) già esistenti alla fine degli anni '80, i quali, tuttavia, erano limitati nelle loro applicazioni sia per la quantità delle informazioni che essi potevano trattare, sia per il fatto che queste erano relative solo alla gestione e programmazione dei piani di produzione in alcuni sistemi manifatturieri.

I sistemi ERP estendo ampiamente la filosofia di base dei sistemi MRP a tutti i settori delle imprese, coprendo e migliorando tutti i processi di business precedentemente analizzati, e permettendo l'assunzione di decisioni per ognuno di essi, dopo aver vagliato attentamente le alternative possibili, elaborando piani e strategie nell'ambito dei parametri e dei criteri impostati dagli utilizzatori del sistema; nonostante, dunque, gli ERP abbiano avuto origine in contesti manifatturieri e nel solo ambito di pianificazione della produzione, la loro area di offerta si è estesa ampiamente fino ad inglobare funzioni di "back-office" come la gestione valutaria, del magazzino, della logistica, del controllo della qualità e delle risorse umane. Seguendo la linea di espansione cosi delineata, quella cioè dell'integrazione dei vari processi, oggi essi includono la gestione di funzioni tipicamente "front-office", come la gestione della forza vendita, del commercio elettronico (e-commerce) e il SCM.

Tuttavia i sistemi ERP, per poter gestire l'intera catena di approvvigionamenti, necessitano di un appoggio informativo, poiché il loro limite principale è proprio la mancanza di dati trasversali provenienti dalle altre imprese. Per ovviare a questa carenza, nella gestione della supply chain, i sistemi ERP vengono integrati con i sistemi propri di supply chain management, i cosiddetti SCMS (Supply Chain Management Systems), che operano nell'ambito delle previsioni e dell'ottimizzazione dell'intera supply chain: "i SCMS costituiscono un completamento ai sistemi ERP per fornire funzionalità intelligenti di decision support; essi sono progettati per integrarsi con i sistemi esistenti ed acquisire dati da ogni anello della catena distributiva". [Atos, 2000]

Più estesamente i sistemi per il supply chain management arrivano a gestire le seguente funzioni:

  1. Pianificazione della domanda (Demand planning): si tratta di tecniche statistiche, analisi e rappresentazioni di dati multidimensionali (per tipologia di cliente, area geografiche, prodotti).
  2. Pianificazione della produzione (Manufacturing planning): si tratta della pianificazione delle tecniche di produzione e del tipo di forniture necessarie all'impresa; tale attività, al fine di portare alla massima efficacia della sequenza di operazioni, dovrebbe poter interagire con la programmazione.
  3. Programmazione (Scheduling): comprende le attività di decisione relative alle linee di assemblaggio ed alle sequenze e procedure di lavoro.
  4. Pianificazione della distribuzione (Distribution planning): sono le attività di studio e valutazione dei piani di distribuzione alternativi, con la possibilità di comparare ognuna delle soluzioni praticabili per costo ed efficienza, delineando i requisiti di assemblaggio e stimando ipotetiche aree di overflow.
  5. Pianificazione delle consegne (Transportation planning): si tratta di attività di consolidamento degli ordini e delle spedizioni in carichi, selezionando le modalità di trasporto ed il tipo di vettore, assegnando le priorità di consegna e determinando il percorso dei carichi

Fig. 1.8 : Rappresentazione delle funzioni dei sistemi SCMS. [Atos, 2000]

Attualmente una forte spinta di sviluppo dei sistemi di gestione integrati, viene data da Internet, un vero e proprio motore di cambiamento, il quale ha aperto nuovi ed ampi orizzonti. Si tratta di un vero e proprio strumento di business, che ha permesso di imprimere una forte accelerazione ai processi di integrazione grazie alle sue caratteristiche di rapidità e di precisione.

Le direttrici di sviluppo rese possibili da Internet per i sistemi ERP e SCMS, sono attualmente tre, ognuna delle quali presuppone un diverso legame di interdipendenza tra l'azienda ed i soggetti della supply chain, e dal fatto che esse tendono ad integrare con grado diverso le funzioni tipiche dell'ERP con quelli dei sistemi SCMS; le aree di sviluppo in questione sono le seguenti:

  1. l'e-commerce;
  2. il self-service;
  3. la supply chain collaboration

Con l'e-commerce i produttori di ERP si concentrano sull'offerta di strumenti per permettere una decisiva riduzione dei costi e dei tempi d'acquisto di beni indiretti e di servizi attraverso la creazione di interfacce presenti nel Web caratterizzate anche dalla facilità di gestione della stessa da parte dell'utente finale, il quale può anche non avere training specifico. In sostanza quindi, si tratta di sistemi che permettono l'acquisizione di beni e servizi non direttamente legati al business principale dell'impresa (core business), ma comunque necessari per il buon funzionamento della stessa, e che focalizzano i loro punti di forza sul taglio dei costi e dei tempi di acquisto, nonché sulla semplicità di gestione.

La seconda direttiva di sviluppo, riguarda il cosiddetto "self-service", ovvero la possibilità di offrire una serie di opzioni internet-based che permettono una più profonda interazione con gli operatori del sistema in questione attraverso l'uso di un browser comune, al fine di immagazzinare, visualizzare e ricercare qualunque informazione necessaria, in qualsiasi momento e da qualsiasi postazione remota. La supply chain collaboration richiede un maggiore grado di interazione con i soggetti del sistema produttivo da parte dell'azienda; questa tipologia di sistemi sono infatti creati su misura per il SCM e presuppongono, pertanto, una vera e propria condivisione dei piani strategico-tattici dei soggetti usufruitori. I sistemi SCC si basano su un'amplissima banca dati aggiornata costantemente in tempo reale, in quanto creata sul flusso di informazioni generato da una supply chain; al contrario dei sistemi ERP tradizionali che gestiscono centralmente un'ampia quantità di funzioni strettamente interconnesse con il processo produttivo, basandosi tuttavia su un archivio di dati storici (con la conseguenza di rischiare di fornire informazioni e suggerire soluzioni non perfettamente corrispondenti alle esigenze degli utenti a causa di rapidi mutamenti delle condizioni di mercato), le soluzioni proposte dai sistemi ERP così evoluti, mirano a garantire un veloce ed efficace interscambio di informazioni tra i protagonisti della filiera produttiva in tempo reale, utilizzando non solo tecnologie Internet¹, ma anche e soprattutto Extranet¹ ed Intranet¹ permettendo in tutta sicurezza l'accesso a dati spesso di vitale importanza, come ad esempio di tracking degli ordini: "Attraverso l'accesso real-time ad informazioni relative all'offerta e alla domanda, la produzione è cosi in grado di soddisfare le esigenze del mercato in modo efficiente, e rapido con la maggiore soddisfazione del cliente e un'importante riduzione dei livelli di magazzino che si traducono in un abbattimento dei costi." [M. Zigrillo, Computer World Italia (CWI), n. 29, 1999]

I sistemi per la gestione della supply chain più evoluti e più efficaci al momento sono, dunque, i sistemi ERP che sfruttano la tecnologia Internet, e che sono caratterizzati da due elementi: sono sistemi "aperti" e "multipiattaforma". Con il termine "aperti" si intende la capacità di tenere sotto controllo l'intera situazione aziendale in modo diretto ed immediato, tramite l'ausilio delle tecnologie Internet, Intranet ed Extranet sopra descritte, mentre col termine "multipiattaforma", si intende sottolineare il fatto che tali sistemi di gestioni devono essere compatibili con applicazioni alternative e con sistemi esterni: è attraverso questi strumenti che diventa possibile gestire l'intera supply chain ottimizzando il flusso informazioni relativamente agli obiettivi preposti.

I sistemi ERP così descritti disponibili sul mercato sono innumerevoli, ma la cosa da tener presente è che il sistema deve essere quanto più vicino alle esigenze dell'impresa utilizzatrice: "Il più grosso errore che le imprese fanno (nella scelta del sistema ERP) è pensare : se acquisto questo sofisticato pacchetto software, tutti i problemi svaniranno. Al contrario, se l'impresa non pensa prima molto bene al tipo di strategia adottata nella sua Supply Chain, e non si concentra nel comprendere quali sono i suoi processi di business, quel pacchetto sofware potrebbe rivelarsi di scarsa utilità". [Mark Orton, New England Supplier Institut (NESI), 2000]



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