CAPITOLO III: PRESUPPOSTI E CONDIZIONI PER LA REALIZZAZIONE DI UN MAGAZZINO VIRTUALE

3.1.4 LE RIDONDANZE LOGISTICHE, AMMINISTRATIVE E STRUTTURALI

Il concetto di distretto industriale è stato ampliamente affrontato da molteplici studiosi economici i quali nell'esporre i risultati delle loro analisi ne hanno sottolineato sia i limiti che i vantaggi.
Staccandosi da tali impianti teorici ed esaminando i distretti industriali alla luce delle moderne tecnologie emergono nuovi elementi di analisi.
Innanzitutto prendiamo in considerazione la concorrenza che si sviluppa fra imprese uguali, cioè imprese che lavorano lo stesso prodotto e svolgono la medesima attività.
Tale concorrenza contribuisce da una parte a conferire al sistema uno spiccato dinamismo, infatti le imprese sono stimolate a ricercare ed adottare le soluzioni produttive meno costose, impegnandosi generalmente in una modesta ma proficua attività di ricerca di nuove soluzioni innovative.
Dall'altra la dinamica concorrenziale interna al distretto porta a forme di conflittualità latente o manifesta, la quale, nonostante abbia avuto sino ad oggi un effetto positivo a livello di sistema, ha anche determinato negli imprenditori una forte avversione a tutto ciò che può avere la minima parvenza di collaborazione o di esplicita cooperazione con gli altri attori distrettuali che non siano direttamente coinvolti in forma complementare nel proprio network produttivo.
Ciò si rivela dannoso per quelle politiche, tipiche dell'attività logistica, che si basano principalmente sull'aggregazione di flussi operativi di imprese diverse, e sulle conseguenti economie di scala e di scopo ottenibili.
Non a caso, molte proposte che in passato sono state avanzate in questa direzione hanno avuto poco seguito.
Come già sottolineato, il distretto industriale esprime i propri vantaggi se al suo interno si viene a creare una rete di interrelazioni tra tutti gli attori della filiera. Tradotto in altre parole: nei distretti si potrebbero ottenere notevoli economie condividendo in modo organizzato le risorse ed informazioni disponibili.
In un distretto industriale si utilizzano le stesse tecnologie, gli stessi impianti produttivi, gli stessi ricambi, le stesse materie prime, le stesse maestranze e potenzialmente la stessa logistica.
Analizzando i costi che si generano al suo interno, vediamo che le singole imprese potenzialmente affrontano gli "stessi costi di struttura", ma in maniera individuale.
Sommando tutti i costi di struttura delle singole aziende si ottiene un costo di area del polo industriale.
Quindi l'esistenza di una pluralità imprese genera una pluralità di costi di gestione, creando inevitabilmente all'interno del distretto dei duplicati strutturali.
Considerando che in un distretto di 50 Km di raggio esistono mediamente 400 aziende partecipanti alla stessa catena del valore, le "ridondanze" sia gestionali che strutturali generate sono enormi.
Tali sprechi fino ad ora, non potevano essere evitati.
Oggi invece, con l'ausilio delle nuove tecnologie di rete e delle nuove modalità logistiche, è possibile intervenire su queste ridondanze riducendole drasticamente e quindi evitare "sprechi" e recuperando risorse economiche, spazi e strutture ed ottenere un aumento della competitività delle singole imprese.
La soluzione ideale per ottenere tali risultati è rappresentato dall'integrazione delle singole imprese in una rete distrettuale.
Il fatto di esercitare la propria attività all'interno di una rete distrettuale favorisce senza ombra di dubbio il conseguimento di migliori livelli di efficienza delegando all'" autorità centrale23" molti problemi gestionali.
Inoltre tale soluzione è ideale per poter innescare economie di scala. Ciò sarebbe possibile in virtù di una comune strategia incentrata a sfruttare una gestione delle attività collettive.
Un progetto di condivisione, consente quindi a dette imprese, di eliminare sprechi ed ottenere nuove risorse economiche.
La Unitec propone l'applicazione di tale strategia alla gestione dei magazzini. All'interno di ogni magazzino industriale è normalmente presente una certa quantità di materiali, utili a garantire la continuità produttiva soprattutto qualora si verifichino imprevisti o picchi di domanda.
In caso di inutilizzo però, tali scorte, devono essere dimesse senza che siano mai state utilizzate, creando così forme di spreco economico (si pensi anche ai casi connessi alla sostituzione degli impianti e/o obsolescenza dei componenti).
E allora come evitare tali sprechi di risorse interne al distretto? Molti problemi potrebbero essere risolti, magari con il passaggio delle forniture delle singole imprese ad un unico outsourcer degli approvvigionamenti il quale si farebbe promotore della citata strategia comune.
Inoltre l'outsourcer solleverebbe le imprese dai rapporti burocratici con i fornitori ottenendo un miglioramento immediato delle forniture, per tempi e qualità, ma anche di costo perché tutte le fasi di approvvigionamento "passivo" verrebbero eliminate.
Riepilogando le ridondanze che inevitabilmente si presentano all'interno di un distretto nascono dal fatto che anche se le imprese perseguono lo stesso fine (abbattimento dei costi) lo fanno agendo individualmente.
Risultati ben diversi si avrebbero perseguendo obiettivi inquadrabili in un'ottica di ottimo paretiano, cioè puntando ad un vantaggio collettivo (di distretto) e non egoistico.


 


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